Anatomia Esperienziale

7-8 febbraio 2026
21-22 marzo 2026
Se non ti piace dove sei, fai un passo e spostati.

Fare, fare, fare. Fermati un attimo 

Ti sei mai chiesto/a dove vieni quando fai quello che fai? Dove affonda la tua radice in un determinato momento? In questo istante, hai consapevolezza di che cosa sta impedendo alla tua vita di fiorire per ciò che è?

Non stiamo parlando di una vana corsa verso una vita ideale. Bensì di educarsi a

  • ascolto verso di sé
  • stare fuori dai modelli
  • limitare il giudizio.

In estrema sintesi, nei laboratori di Anatomia Esperienziale si impara questo. 

Nei laboratori di propriocezione l’intento è infatti quello di prendere gradualmente consapevolezza della propria organizzazione corporea, che racconta la propria storia di vita. Che non vuol dire tanto cercare di nominare gli eventi significativi della propria storia, ma osservare la traccia che la nostra vita e le nostre personali risposte agli stimoli della vita hanno lasciato nel nostro corpo. 

Partire dal corpo per dar vita ad un gesto, una parola, un silenzio che mi racconta dove sono.

Il fulcro dell’Anatomia esperienziale è quello di vivere e condividere delle esperienze che ti facciano contattare come è espressa in un dato momento la tua qualità di presenza. Durante i seminari, l'obbiettivo è far esperire le condizioni ideali per poterla trovare e, una volta trovata, esprimerla in ciò che si fa, qualsiasi cosa si faccia, coltivandola.

Questo tipo di esperienza è fortemente consigliata sia come lavoro autonomo funzionale al recupero di un miglior stato di interezza e di benessere e, come integrazione di altre tecniche che già si padroneggiano, è in grado di fare grandi differenza nei risultati di trattamenti corporei. Attenzione però: non ci è richiesto di rientrare in un ideale illuminato di perfezione e di presenza perpetua. Se così fosse, cadremmo in un modello, e noi dai modelli intesi come involucri superficiali e atteggiamenti preconfezionati, vogliamo rifuggire. Ciò che importa è saper essere al meglio di quel che si può in un determinato momento. Sta poi ad ognuno di noi nutrire la memoria dell’esperienza vissuta e portarla anche al di fuori, nella quotidianità, all’occorrenza. 

Custodire la ritualità. Programma 2026

Il fil rouge del percorso si svolge nel 2026 in due incontri, e passa attraverso alcuni concetti dell’antica cultura giapponese. Non per sudditanza psicologica verso ciò che viene dal sol levante, ma per amore di qualità e principi ben radicati anche nella nostra stessa storia culturale, ma che il Giappone ha ritualizzato e portato fuori dall'abitudine, rendendoli sacri.

Abbiamo scelto di adottare queste qualità come metafore del nostro percorso, e le ricercheremo nel corpo e nella presenza.

Seminario I: wabi sabi e kintsugi.

  • Wabi sabi. Vivere con grazia il passare del tempo. Wabi, tradotto letteralmente significa povertà, mancanza, sofferenza. Sabi significa solitudine, riposo, malinconia, ed esprime il carattere unico che cose e persone sviluppano solo con il passare del tempo. Cosa succede quando incontriamo queste qualità nel nostro vivere quotidiano? Che emozioni ci colgono? Possiamo accoglierle come parte essenziale e significante della nostra esperienza emotiva? Chi sviluppa le qualità del wabi può mostrare la bellezza del sabi: una vita vissuta pienamente.
  • Kintsugi: la pratica del riparare con l’oro le ferite. La cicatrice nel corpo indica che quella storia si è compiuta, e quando si compie una storia è importante prendere tempo per arricchirla, renderle onore. Impariamo a fare kintsugi della nostra vita.

Seminario II: il Ma e l’ombra

  • Komorebi: parola giapponese che si riferisce alla luce solare che filtra attraverso le foglie degli alberi, proiettando ombre poetiche e fugaci. L’ombra è qualcosa con la quale ti puoi conciliare, e anche con la quale puoi avere paura. Affrontare l’ombra significa fare fronte alla paura dell’in-conosciuto. Rivolto in termini corporei, significa abbracciare e notare come stiamo in ciò che non controlliamo e in ciò che non conosciamo. 

In occidente questi concetti sono ben espressi dalla qualità Biodinamica: stare in relazione con il mondo esterno, e prima ancora con noi stessi, senza giudizio, con un atteggiamento accogliente e un’attitudine all’ascolto, ci permette di cogliere le qualità intrinseche di ciò che ci circonda, e accogliere la storia di vita espressa da cose e persone. Quale modo migliore per onorare la vita che si manifesta nelle molteplici forme!

A chi si rivolgono i seminari?

Per partecipare non sono richieste precedenti conoscenze di anatomia o di pratiche corporee e terapeutiche, i seminari di Anatomia esperienziale sono rivolti a tutti e a tutte. Nello specifico, a chi è alla ricerca di una partecipazione attiva alla propria vitalità e al proprio benessere, a chi sente il bisogno di uno spazio per fermarsi e ascoltare, per ritrovarsi.

A livello professionale, a tutti gli operatori bionaturali, i praticanti di yoga, i danzatori e i praticanti attività sportiva, che avranno la possibilità di comprendere la propria pratica ad un livello diverso e da una nuova prospettiva. Il grande valore dell’Anatomia Esperienziale per gli operatori, che basano il loro lavoro sulla Relazione e sull’incontro con l’Altro risiede proprio lì. Sapere dove si è in termini di presenza mentre si esegue un trattamento, fa una differenza enorme nell’attivazione dei processi benefici.

Docente

Flavia Duca, Vice Presidente di Hakusha, deve la sua formazione nell’ambito delle DBN agli incontri con importanti maestri, tra cui Jader Tolja per un fondamentale cambio di paradigma, Divna Slavc per dare vita e movimento alla nuova prospettiva, Mike Boxhall per aggiungere amore ed equanimità. 

Date e orari

Seminario I: 7 - 8 febbraio 2026

Seminario II: 21 - 22 marzo 2026

Sabato 9:30 - 18:30

Domenica 9:30 - 17:00

NB: i seminari si possono frequentare singolarmente, senza obbligo di frequentare l'intero percorso!

Info e iscrizioni

info@hakusha-brescia.it

Silvio: 3355627297

Per informazioni sui Corsi di formazione puoi scrivere al referente cliccando sul pulsante

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